En Primeur 2023: andamento del mercato e i motivi di una crisi senza precedenti

  • settembre 2, 2024

Da inizio maggio a metà giugno a Bordeaux è andata in scena la campagna En Primeur dedicata ai vini dall’annata 2023.

Lo storico mercato, che permette di acquistare i vini di una delle regioni vitivinicole più leggendarie prima che questi vengano imbottigliati, sta vivendo un momento molto difficile. Condizioni climatiche poco favorevoli e una nuova consapevolezza di possibili svantaggi - finora poco considerati da collezionisti e investitori - hanno portato ad una crisi mai così significativa.

Che sia la fine di un’era?

 

En Primeur 2023: un’annata particolare

Meteorologicamente parlando, l’annata 2023 a Bordeaux segue un’annata, la 2022, segnata da condizioni calde e torride ma anche da escursioni termiche giorno/notte piuttosto marcate. 

Le vigne non hanno patito stress idrico, al contrario della vendemmia precedente, ma le temperature elevate e le condizioni di umidità hanno dato vita a un’annata di sfide e contrasti. Come sempre, ai fini di un’ottimale riuscita in termini qualitativi, cruciale è stata la decisione relativa alle date di raccolta. Per quanto i migliori vini abbiano una freschezza e una concentrazione eccezionali e delizieranno gli amanti dei Bordeaux “classici”, l'annata non è un successo universale.

I viticoltori hanno quindi deciso di calmierare i prezzi dell'annata 2023 ricorrendo a forti ribassi rispetto all'anno precedente.

In generale, l'abbassamento dei prezzi risponde all'idea di rilanciare il mercato e di stimolare la domanda.

 

Ratings dei vini En Primeur 2023

I principali ratings dei critici sono mediamente inferiori di 3-4 punti rispetto ai vini del 2022 dove i punteggi aggregati erano tra i più alti degli ultimi 30 anni, specialmente per le denominazione Right Bank.

Conseguentemente, anche i prezzi sono allineati. Molti Châteaux hanno infatti livellato verso il basso i loro prezzi di uscita rispetto al millesimo precedente. I punti chiave sull’annata di Bordeaux 2023 sono dunque riassumibili come segue:

  • condizioni calde e umide;
  • vini con caratteri da annata classica (annata contemporanea, vendemmia anticipata);
  • ratings medi non elevatissimi;
  • prezzi di rilascio fino al 40% inferiori rispetto all’annata 2022.


Il calo dei prezzi non ha risparmiato gli Châteaux più blasonati: un esempio su tutti è quello di Château Margaux, che ha esordito con oltre il 30% in meno rispetto alle quotazioni dell'annata 2022: vale a dire 360 euro a bottiglia (ex-négociant) rispetto ai 516 euro di un anno prima.


Tra le altre celebri uscite “al ribasso” troviamo: Château Haut-Brion 2023, rilasciato a 312 euro a bottiglia, con un ribasso intorno al -39% sul 2022. Château Cheval Blanc 2023, a 384 euro a bottiglia, con un ribasso superiore al -18%. Ancora, Château Ausone 2023, a 432 euro a bottiglia, con un taglio intorno al -22% sul 2022.

 

Una promessa non mantenuta

Il mercato En Primeur come lo conosciamo oggi è nato per rispondere alle esigenze di liquidità degli Châteaux e, allo stesso tempo, per creare nuove possibilità di mercato.

A partire dal XVII secolo inizia a definirsi una rete di distribuzione nella quale i commercianti acquistavano dai principali produttori i vini ancora in botte. Una scelta che, a fronte di un prezzo per loro più favorevole, comportava principalmente 3 svantaggi:

  • controllo molto limitato sulle fasi di affinamento e imbottigliamento del vino acquistato;
  • l’eventualità che la qualità del prodotto venisse sovrastimata rispetto al prezzo pagato;
  • rischio di imprevisti durante le operazioni di cantina, con conseguente perdita di prodotto.

D’altro canto, grazie a questo sistema i commercianti riuscivano a mantenere un maggiore controllo sui prezzi e gli Châteaux ottenevano in anticipo la liquidità di cui avevano bisogno.

Con il passare degli anni la commercializzazione En Primeur si è rivelata particolarmente attrattiva sia per i négociants che per gli Châteaux, grazie alla crescente domanda di vini di pregio e all’attenzione maggiore per questo segmento di mercato. (Per scoprire di più sulla nascita e il funzionamento del mercato En Primeur leggi qui l’articolo dedicato).

Fatte le dovute premesse, occorre considerare che acquistare En Primeur non significa "comprare vino", quanto negoziare un prodotto finanziario altamente speculativo per scommettere che il prezzo pagato per il vino acquistato prima dell'imbottigliamento sia inferiore a quello dello stesso vino tra 10 o 20 anni.

Negli ultimi anni, e ancor di più nella campagna in corso, questa scommessa si è rivelata spesso perdente e i consumatori si sono accorti della non convenienza di pagare in anticipo ciò che potrebbero acquistare a un prezzo inferiore tra diversi anni: questo anche senza considerare il costo del denaro vincolato per un periodo fisso di tempo, e le spese di stoccaggio ricorrenti.

Infatti, le uscite En Primeur hanno smesso di offrire quel vantaggio all’investitore rispetto ai prezzi che circolano sul mercato secondario. I collezionisti non hanno quasi più nessun incentivo all’acquisto e il sistema rischia dunque di regredire non garantendo più la convenienza e l'appeal tipici delle campagne En Primeur del passato. Si assiste dunque ad una crisi di liquidità che anche quest’anno, nonostante un allineamento dei prezzi degli Châteaux verso il basso, non ha suscitato l’effetto desiderato.

Professionisti del settore, collezionisti, degustatori e appassionati, si chiedono ora se sia coerente pagare un prezzo alto per l’ultimo millesimo quando sul mercato sono presenti annate migliori a prezzi uguali o talvolta di molto inferiori.



vendemmia_bordeaux

 

Ricapitolando

In questo articolo abbiamo fatto una fotografia della campagna En Primeur 2023 dei vini di Bordeaux, che mai come ora si trova ad affrontare una difficile crisi. I motivi sono molteplici: la ragione più comunemente evidenziata è che annate di qualità migliore vengono scambiate sul mercato secondario allo stesso prezzo o addirittura a livelli più bassi. Tutto ciò è poco sensato quando la logica canonica sarebbe quella di pagare di più una annata matura piuttosto che una appena commercializzata.

Vedremo quale sarà l’evoluzione del mercato nei prossimi mesi in attesa della campagna del prossimo anno.

 

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