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10 vini da investimento su cui puntare nel 2023

Scritto da Leonardo Bernasconi | Aug 3, 2023 8:00:33 AM

Negli ultimi vent’anni lo sguardo di appassionati e collezionisti di vini pregiati, storicamente rivolto alle più importanti regioni francesi, si è concentrato su diverse denominazioni italiane, prime fra tutte Barolo, Barbaresco e Brunello di Montalcino, oltre ai principali Super Tuscan.

Durante questo periodo le innovazioni agronomiche ed enologiche, supportate da importanti investimenti, hanno permesso di produrre vini di eccellente livello qualitativo, capaci di ottenere ambiti riconoscimenti e un grande consenso da parte degli esperti. 

Se le più rinomate aziende vitivinicole di Piemonte e Toscana sono già interpreti di vini noti in tutto il mondo, il trend che emerge è quello di un'affermazione costante di numerosi produttori e di intere denominazioni fino ad oggi meno riconosciuti ma con un grande potenziale di crescita.

 

Le bottiglie più prestigiose e le ultime migliori annate

 

Tra le referenze più ambite dagli appassionati troviamo quelle di alcuni produttori di Langa, tra i quali Giacomo Conterno, Gaja, Bruno Giacosa, Roagna, Bartolo Mascarello, Giuseppe Rinaldi, Giuseppe Mascarello, Luciano Sandrone, Vietti e molti altri. 

A Montalcino i vini più ricercati sono prodotti da nomi del calibro di Biondi-Santi, Soldera, Poggio di Sotto, Salvioni, Il Marroneto, Casanova di Neri e altre grandi etichette che hanno scritto la storia vitivinicola del territorio.

Tra i Super Tuscan, Sassicaia e Tignanello con Ornellaia, Masseto e Solaia si confermano protagonisti indiscussi, spiccando tra diversi vini che si distinguono per eccellenza. Importanti da citare sono anche alcuni grandissimi Sangiovese in purezza, tra cui Le Pergole Torte e Flaccianello della Pieve.

Oltre a quelli delle principali aziende di Toscana e Piemonte esistono vini cult anche in altre regioni. In Veneto gli Amarone di Quintarelli e Dal Forno, in Trentino Giulio Ferrari, in Friuli Venezia Giulia i vini di Miani, in Abruzzo il Trebbiano e il Montepulciano di Valentini… 

Nell’ultimo decennio le migliori annate per le principali zone di produzione sono state le 2010, 2016 e 2019, con punte di eccellenza nella 2013 per Barolo e Barbaresco, e nelle 2015 e 2020 per alcuni vini toscani. 

Come spesso accade, è l’eccezione a confermare la regola. Ne è un esempio l'annata 2014, inizialmente bollata dalla critica come disastrosa, che ha riservato però notevoli sorprese arrivando in certi casi a produrre risultati estremamente lusinghieri. Ne sono prova le performance qualitative di molti Barolo e Barbaresco 2014, in grado di raggiungere vertici di pari livello se non addirittura superiori ad annate come 2013 e 2016.

 

Nel corso del tempo, diverse etichette italiane si sono distinte per qualità e riconoscimenti ma, più di tutto, sono state in grado di accreditarsi tra i migliori vini al mondo presso esperti e degustatori. Nello specifico, questi tre vini hanno fatto la storia del ‘900 vitivinicolo italiano:

Brunello di Montalcino Riserva Biondi-Santi 1955: frutto di una vendemmia eccezionale, è stato inserito dalla rivista “The Wine Spectator” tra i 12 migliori vini del XX secolo, ed è stato l’unico vino italiano ad essere incluso in questa speciale classifica. Le quotazioni attuali partono dai 3.000 euro per arrivare ad offerte di 10.000 euro a bottiglia. Su eWibe puoi scoprire il prezzo di mercato attuale e l'evoluzione nel corso degli anni di tutti i migliori vini pregiati.

Sassicaia 1985 Tenuta San Guido: fu il primo vino italiano ad essere valutato con un punteggio di 100/100 dall’influente critico americano Robert Parker, che durante un’intervista ha definito il  Sassicaia 1985 il vino che più gli è piaciuto durante la sua carriera. Le quotazioni odierne oscillano tra i 3.000 e i 5.000 euro a bottiglia.

Barolo Riserva Collina Rionda 1982 di Bruno Giacosa: Barolo prodotto solamente dal 1967 al 1993, è ottenuto dalle uve di Vigna Rionda, storico Cru di Serralunga d’Alba. Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, in fase di valutazione del vino esclamò: “Fermi tutti, questo è un grandissimo vino. O lo premiamo o io mi incateno al tavolo finché non vi convinco”. Le quotazioni aggiornate oscillano tra i 1.800 e i 4.000 euro.

Se questi sono stati i protagonisti del secolo scorso, quali saranno i grandi interpreti della storia del nuovo secolo? Continua a leggere per scoprire i 10 vini da investimento che non possono mancare nella tua cantina.


 

10 vini da aggiungere alla tua collezione

 

Negli ultimi anni questi vini hanno consolidato il proprio valore e si sono confermati imperdibili per appassionati e collezionisti. Te li presentiamo a partire da Toscana e Piemonte, regioni protagoniste della selezione dei nostri esperti, insieme a un grande interprete della tradizione vitivinicola del Veneto.        

 

La Toscana vede in questa speciale selezione 6 grandi interpreti della sua tradizione vitivinicola:

 

Sassicaia – Tenuta San Guido: è nato dal sogno del Marchese Mario Incisa della Rocchetta di produrre un vino simile per qualità e prestigio ai migliori vini Bordeaux. Il frutto delle prime vendemmie, dalla 1944 alla 1967, è destinato al solo consumo familiare ma è con l’imbottigliamento della prima annata 1968 che nasce il mito di Sassicaia. DOC autonoma dal 2013, l’annata 2015 è stata insignita del premio “Wine of the Year 2018” dalla rivista Wine Spectator, mentre l’annata 2016 ha ricevuto una votazione piena di 100 punti da Wine Advocate di Robert Parker. Gli straordinari voti dei critici ottenuti dalle annate 2015 e 2016 hanno contribuito a generare interesse per ognuna delle ultime dieci annate di Sassicaia, portando a un drastico innalzamento dei valori di mercato.

 

Tignanello – Tenuta Tignanello (Antinori): una vera pietra miliare nella produzione vitivinicola italiana. Nasce con la storica vendemmia del 1971 ed è uno dei più famosi Super Tuscan, tutt’oggi tra i più apprezzati. E’ frutto della sperimentazione nell’assemblaggio tra il Sangiovese, autoctono per antonomasia della regione Toscana, e vitigni internazionali quali Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Viene affinato in barrique e si presta a lunghi invecchiamenti. Le recenti annate 2016, 2019 e 2020 sono sotto i riflettori di collezionisti e investitori.

 

Le Pergole Torte – Montevertine: prodotto per la prima volta nell’annata 1977, è stato il primo Sangiovese in purezza vinificato nella zona di Radda in Chianti. Le uve provengono dai vigneti storici dell’azienda, piantati tra il 1968 e il 1999. Matura per un anno in barriques e per un anno in botti di rovere di Slavonia. La cantina fu acquistata nel 1967 da Sergio Manetti, allora industriale siderurgico, ed è oggi capitanata dal figlio Martino che porta avanti la tradizione vitivinicola di famiglia nel solco della tradizione.

 

Masseto – Masseto: tra le bottiglie più ricercate nelle aste internazionali, uno dei protagonisti indiscussi è Masseto. E’ ottenuto da uve Merlot in purezza, provenienti da una vigna vocata di proprietà della Tenuta dell’Ornellaia, fondata nel 1981 da Lodovico Antinori. Nel 2000 Masseto, insieme a Tenuta dell’Ornellaia, è stata acquistata dal leggendario produttore californiano Robert Mondavi, che ha poi venduto delle quote alla famiglia Frescobaldi, la quale la rilevò interamente pochi anni dopo. Oggi Masseto è tra i più quotati vini italiani, nonché uno dei più costosi sul mercato. Ben tre annate di Masseto, come 2006, 2015 e 2016, hanno ricevuto il punteggio massimo di 100/100 da Robert Parker.

 

Brunello di Montalcino Riserva - Case Basse di Gianfranco Soldera: Case Basse, notissima azienda di Montalcino acquistata da Gianfranco Soldera nel 1972, produce quello che è ritenuto essere uno dei più grandi Sangiovese al mondo, nonchè vino di culto per tutti gli appassionati. Nel 1982 viene commercializzato il primo Brunello dell’azienda per una produzione annuale che si attesta intorno alle 15.000 bottiglie, ottenute dagli 8 ettari vitati della proprietà. L’azienda si è da sempre distinta per l'adozione di una viticoltura sostenibile e per l’utilizzo di pratiche enologiche quali fermentazioni con lieviti indigeni senza controllo della temperatura, e vini invecchiati in grandi botti di rovere di Slavonia. Nel 2012 la cantina subisce un atto di vandalismo che causa una perdita di circa 600 ettolitri di vino, pari a circa 80.000 bottiglie. Il danno intacca più di 5 annate di Brunello in affinamento, quindi dal 2007 in poi il vino sarà etichettato come Sangiovese IGT e non più come Brunello di Montalcino. Dopo la scomparsa di Gianfranco, avvenuta nel 2019, Graziella Soldera, figlia del fondatore, prosegue nel percorso intrapreso dal padre.

 

Brunello di Montalcino Riserva – Biondi-Santi: la cantina Biondi-Santi è stata artefice della prima annata del Brunello di Montalcino nel 1888. La vinificazione prevede l’impiego di uve di Sangiovese grosso al 100% e i vigneti utilizzati hanno un’età compresa tra i 10 e i 25 anni. Come da disciplinare di produzione, il Brunello di Montalcino Riserva deve essere invecchiato per 6 anni, 2 dei quali in botti in botti di rovere. La storia dell'azienda ha inizio con Clemente Santi, che nel 1865 iniziò a vinificare il Sangiovese utilizzando botti grandi con l'idea che il suo vino potesse invecchiare a lungo. Il primo imbottigliamento del 1865, noto solo con il nome “Brunello” fu presentato all'Esposizione di Parigi nel 1867. Toccherà al nipote, Ferruccio Biondi, unire i due cognomi e continuare la sperimentazione del nonno. Tra i tantissimi riconoscimenti, la Riserva 2010 e la Riserva 2012 hanno ottenuto un punteggio di 100/100 dalla celebre rivista Wine Enthusiast.

Il Piemonte, riconosciuto per l’eccellenza dei suoi grandi vini rossi da uve Nebbiolo, arricchisce la rosa dei vini di pregio con 3 bottiglie:

 

Barolo Riserva Monfortino - Giacomo Conterno: venne prodotto per la prima volta nel 1924 ed è il Barolo Riserva più noto della denominazione. Nel 1974 viene acquistata la leggendaria vigna Cascina Francia sita nel comune di Serralunga d’Alba, dalla quale si ottengono le uve per l’assemblaggio del Monfortino. Negli ultimi 10 anni sono state commercializzate solo 4 annate di Barolo Riserva Monfortino: 2010, 2013, 2014 e 2015. Per scelta di Roberto Conterno l’annata 2016, reputata da tutti una grandissima vendemmia, non è stata prodotta. Il prossimo Monfortino sarà la Riserva 2019, per la quale si dovrà attendere almeno la fine del 2025.

 

Barolo – Bartolo Mascarello: Il Barolo della cantina Bartolo Mascarello è annoverato nell’olimpo dei più grandi vini del pianeta. Barolo che incarna appieno il valore della tradizione, è la quintessenza del Nebbiolo di assemblaggio da varie vigne, in particolare da appezzamenti in Cannubi, San Lorenzo, Rué e Rocche. Barolo ottenuto da metodi tradizionali, da lunghe macerazioni in tini troncoconici e da affinamento in botti grandi, è un vino atto a lunghissimi invecchiamenti. Con il giusto tempo e la debita pazienza è in grado di raggiungere livelli di finezza e complessità estatici. L’annata 2005 segna un passaggio fondamentale nella storia della cantina. È infatti la prima annata in cui Maria Teresa, la figlia di Bartolo, succede al padre dopo la sua dipartita. Degna erede di una lunga tradizione familiare, Maria Teresa ha dimostrato a tutti di avere ben salde le redini aziendali e ha testimoniato di non essere da meno nel produrre grandissimi Barolo così come faceva papà Bartolo. La recente annata 2016 è stata premiata con punteggio pieno di 100/100 da Wine Advocate, oltre ad avere un punteggio aggregato di oltre 98+ dalle principali guide e riviste di settore

 

Barolo Riserva Vigna Le Rocche – Bruno Giacosa: Bruno Giacosa è considerato uno dei padri della Langa tradizionale. Nato nel 1929, nipote di Carlo che già vinificava alla fine dell’800, Bruno Giacosa è stato uno dei patriarchi del Barolo tradizionale. Nel 1967 vengono prodotte le prime due etichette storiche, Collina Rionda e Barbaresco Asili. Sempre orientato alla produzione di Nebbiolo di stampo tradizionale, con il passare degli anni inizia a vinificare separatamente altre vigne di Barbaresco (Rabajà e Santo Stefano), fino a quando, nel 1980, decide di comprare l’intero cru Falletto, sito nel comune di Serralunga d’Alba. Bruno fu un finissimo conoscitore delle vigne di Langa, riuscendo a coglierne le diverse sfumature e trasferendole in bottiglia. E’ riuscito a legare il suo nome ad alcune delle più leggendarie Riserve di Barolo e Barbaresco. Nel corso degli ultimi decenni tra le bottiglie più ambite dagli appassionati del pianeta ci sono le “etichette rosse” di Bruno Giacosa, tra le quali Falletto Vigna Le Rocche, un Barolo leggendario.   

 

Il Veneto vanta tra i 10 vini da aggiungere alla propria collezione un grande Amarone:

 

Amarone della Valpolicella – Giuseppe Quintarelli: leggi Quintarelli e pensi tradizione: fotografia della storia vinicola della Valpolicella Classica. La cantina viene fondata nel 1900 a Negrar, in località Cerè, dove sono nati alcuni tra i migliori vini Italiani. Qui sapienza enologica e umana hanno creato un blend tra le autoctone Corvina e Rondinella - che compongono la maggioranza dell’assemblaggio - e Cabernet Sauvignon 15%, a cui si aggiunge un piccolo saldo di Croatina, Sangiovese e Nebbiolo, da decenni presenti nei vigneti di famiglia. Si tratta di un vino che richiede almeno 7 anni di maturazione in cantina prima dell’immissione in commercio ed è uno dei più longevi al mondo, capace di migliorare per decadi.

Come scegliere un vino da collezione

 

Investire e collezionare Fine Wines presuppone l’accesso a diverse informazioni, come nozioni vitivinicole, denominazioni e tecniche di vinificazione. In funzione del budget da allocare è possibile scegliere le migliori bottiglie per creare il tuo portafoglio. Ci sono inoltre 5 fattori che determinano e influenzano il pregio dei vini, e quindi il valore che possono aggiungere alla tua collezione. Questi sono:

  1. Produttore, che con la propria reputazione e grazie a una lunga storia alle spalle può aumentare riconoscibilità e quindi valore di una bottiglia;
  2. Annate, le migliori annate sono quelle in grado di esprimersi al meglio durante tutta l'evoluzione del vino. Premi, votazioni e riconoscimenti ne aumentano la capacità di attirare l’interesse di collezionisti e appassionati.
  3. Autenticità, a garanzia dell’originalità del vino e sinonimo di qualità delle bottiglie, che devono provenire solo direttamente da produttori, distributori ufficiali o commercianti affidabili;
  4. Conservazione ottimale, in depositi dotati di tutte le tecnologie per preservare le proprietà organolettiche del vino e proteggerlo da fattori ambientali esterni. (Il caveau di eWibe è stato creato per garantire e soddisfare i migliori standard di conservazione del vino pregiato. Ne abbiamo parlato in questo articolo). 
  5. Punteggio dei critici, attraverso concorsi, guide e sistemi di valutazione a punteggi, consacrano il pregio dei vini. Ratings elevati aumentano il valore delle bottiglie.

Vuoi scoprire quali sono gli altri fattori che influenzano il valore dei vini pregiati? Scoprilo nella guida all’investimento di eWibe.

 

 

In questo articolo abbiamo ripercorso l’evoluzione del mercato italiano dei vini pregiati negli ultimi 20 anni. Durante questo periodo, l’attenzione di collezionisti e investitori, storicamente rivolta alle grandi aziende vitivinicole francesi, si è gradualmente spostata verso le eccellenze delle regioni italiane.

Abbiamo anche analizzato le principali variabili che influenzano il valore delle bottiglie, riaffermando l’importanza di essere costantemente informati su trend, indici e performance per orientarsi al meglio nel mercato.


eWibe è in prima linea per rendere accessibili queste informazioni, offrendo una vasta selezione di vini originali che provengono esclusivamente da produttori e distributori verificati. Le bottiglie sono poi conservate alle condizione ideali per preservarne l'integrità e mantenere le proprietà organolettiche del vino. Mettiamo a tua disposizione una piattaforma digitale per comprare e vendere vini rendendo così il tuo investimento più facile e sicuro.

 

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