I Grandi vini di Bordeaux: 10 Châteaux della Rive Gauche
Si parte per l’ultima tappa del nostro viaggio attraverso i grandi vini di Bordeaux.
Nelle tappe precedenti abbiamo riscoperto insieme le caratteristiche e le unicità di una delle regioni più blasonate nella produzione di vini di pregio: dalla diversità dei territori e dei vitigni ai peculiari mercati e sistemi di commercializzazione, En primeur e La Place de Bordeaux.
Abbiamo infine visitato 10 degli Châteaux più importanti situati sulla Riva Destra dell'estuario della Gironda, il fiume che disegna i contorni della più importante distinzione all’interno della regione, quella tra Rive Droite e Rive Gauche.
Per concludere, oggi scopriremo 10 dei più importanti castelli della Riva Sinistra, per approfondire la storia di altrettanti vini iconici.
La Rive Gauche e i suoi Châteaux
Al pari delle aziende vinicole situate sulla Riva Destra (leggi qui l'articolo dedicato per saperne di più), i grandi castelli situati sulla Riva Sinistra dell'estuario della Gironda hanno dato vita a veri capolavori enologici, ancora oggi protagonisti del mercato globale. Ecco come sono nati e cosa contraddistingue 10 tra i più celebri Châteaux:
Château Cos d’Estournel
Château Cos d’Estournel venne acquisita nel 1811 da Louis-Gaspard d'Estournel. Il suo nome deriva da "Cos", cioè "collina di ghiaia”. La cantina ha cambiato proprietario più volte a partire dal 1852: nel 1869 subentrò la famiglia spagnola Errazu, che rimase a capo dello Château per circa vent’anni, quando venne acquisito dalla famiglia Hostein.
Nel 1855 lo Château fu inserito nella classificazione ufficiale dei vini di Bordeaux come Deuxième Grand Cru Classé, uno dei quindici inquadrati in questo livello, e da lì iniziò la sua storia di successo, giunta sino ad oggi.
L’attuale proprietario è Michel Reybier, già proprietario del famoso Château Montelena situato in Napa Valley. Desideroso di innovare e perseguire la ricerca della qualità, nel 2008 fece costruire la prima cantina esclusivamente a gravità. Dalla vendemmia all'imbottigliamento, l'intero processo avviene senza l'utilizzo di pompe. Questa scelta consente di non surriscaldare e “stressare” le uve e il vino durante le attività di vinificazione.
La vigna si snoda oggi su una superficie totale di 100 ettari, per una produzione annua di circa 350.000 bottiglie. E’ il Cabernet Sauvignon ad essere protagonista per due terzi dei vigneti, accompagnato da parcelle coltivate con Merlot, Petit Verdot e Cabernet Franc.
Château Montrose
Nel 1778, il Mont Rose era una collina ghiaiosa ricoperta di erica, che fungeva anche da punto di riferimento per i navigatori che risalivano il fiume verso Bordeaux.
È in quest’anno che il terreno fu acquistato da Théodore Dumoulin, il quale intraprese il dissodamento e poi l'impianto di viti completato nel 1815, e che diede a questo vigneto il nome di Montrose. Insieme a Cos d’Estournel, si tratta dell’altro Deuxième Grand Cru Classé inserito nella classificazione del 1855.
Di proprietà dei fratelli Martin e Olivier Bouygues dal 2006, lo Château Montrose, che domina uno dei più bei terroir del Médoc, è un riferimento emblematico tra i grandi vini di Saint-Estèphe.
Il vigneto, che si estende per circa 70 ettari, è piantato con Cabernet Sauvignon per il 65%, Merlot per il 25% e Cabernet Franc per il 10%, su un terreno composto da ghiaia su uno strato argilloso-marnoso.
La produzione si attesta attorno alle 450.000 bottiglie all'anno. La vendemmia è svolta manualmente e il vino viene poi invecchiato in botti, di cui il 50% nuove.
Château Lafite Rothschild
Château Lafite Rothschild è una vera istituzione nel panorama vitivinicolo mondiale. La cantina affonda le sue radici a Pauillac sin dal XVII secolo, e dal 1868 è di proprietà dei membri della famiglia Rothschild.
E’ il primo dei Premier Grands Crus Classés, tra i cinque eletti nella famosa classificazione ufficiale del 1855 dei vini del Médoc.
I migliori rappresentanti della denominazione Pauillac, tra cui figura Lafite, sono vini profondi e robusti, che abbisognano di diverse decadi di affinamento in cantina prima di essere goduti.
Il nome Lafite deriva da La Hite, che significa altezza, poiché questi vigneti, oltre ad essere i più estesi di Pauillac, sono anche i più alti. I terreni, particolarmente vocati, sono costituiti da uno strato superficiale di ghiaia e pietre con sottosuolo di calcare e sabbie, e subiscono l’influenza positiva dell’oceano Atlantico e del fiume della Gironda.
Il vino è prodotto per la maggior parte con Cabernet Sauvignon e una piccola percentuale di Merlot, con saldo di Cabernet Franc e Petit Verdot. Matura per circa 20 mesi in barrique.
Il fascino di Lafite è legato anche alla sua cantina, recentemente ampliata grazie al progetto dell’architetto Riccardo Bofil con un approccio innovativo: gli spazi sotterranei, occupati da oltre 2.200 barrique disposte ad anfiteatro, danno vita ad uno scenario maestoso visibile anche dall’esterno attraverso enormi vetrate.
A partire dall’annata 2012, le bottiglie riportano un codice di tracciabilità sia sulla cassa che sul collarino, a garanzia della loro autenticità.
Château Latour
La storia di Château Latour inizia nel 1718, quando il marchese Nicolas-Alexandre de Ségur piantò le prime viti.
Nel 1787 Thomas Jefferson, allora ambasciatore degli Stati Uniti in Francia, lo citò nei suoi appunti di viaggio, segnando l'inizio della sua fama. Nel 1855 raggiunse la sua consacrazione ottenendo il prestigioso titolo di Grand Cru Classé nella classificazione di Graves & Médoc.
Di proprietà dell'uomo d'affari François Pinault dal 1993, Château Latour regna su un vigneto di 80 ettari, 48 dei quali impiantati con viti di oltre 40 anni che costituiscono il cuore del Domaine. Sono piantate su colline ghiaiose che si affacciano sull'estuario della Gironda, un terroir ideale e di alta qualità: i vitigni sono suddivisi per il 76% Cabernet Sauvignon, 22% Merlot e 2% Cabernet Franc e Petit Verdot.
Château Latour è, tra i più importanti Bordeaux, quello che solitamente si distingue per essere il più longevo.
Château Mouton Rothschild
Nel 1853 il barone Nathaniel de Rothschild assume la guida della tenuta Mouton a Pauillac, nel cuore del Médoc.
Nathaniel è guidato dal desiderio di servire il proprio vino ai suoi amici delle classi più nobili. Nel 1922 sarà il nipote Philippe a condurre l’azienda ai vertici della produzione mondiale. Château Mouton Rothschild è stata l’unica azienda a scardinare la rigidità della classificazione dei vini di Bordeaux del 1855 voluta da Napoleone III, passando nel 1973 da Deuxième a Premier Grand Cru Classé.
Mouton è nota anche per essere stata la prima a effettuare tutti i passaggi di vinificazione e imbottigliamento all’interno della propria cantina, mise en bouteille au chateau.
L’immensa cantina progettata dall’architetto Charles Siclis, lunga 100 metri, insieme all’edificio costruito dall’architetto Bernard Mazière, con sala degustazione aperta sulle vigne, hanno rafforzato il fascino di un’azienda ricca di storia.
Château Mouton Rothschild ha anche saputo creare un fortissimo legame con l’arte: nel 1945, per festeggiare la fine della seconda guerra mondiale, l’artista Philippe Jullian è chiamato a dipingere l’etichetta del Grand Vin. Da allora, ogni anno un nuovo artista crea un’immagine diversa, portando le bottiglie delle diverse annate nei più grandi musei del mondo.
Nel 1962, l’azienda inaugura anche un museo all’interno della propria tenuta. Questa si estende su 90 ettari vitati composti da pietre e ghiaia mischiate a sabbia e argilla, che regalano vini rossi ricchi di tannino e molto longevi. Sono prodotti con Cabernet Sauvignon in una percentuale di circa 80%, insieme a Merlot, Cabernet Franc e Petit Verdot.
Château Léoville Las Cases
Un grande nome del vigneto bordolese, soprannominato il "Premier des Seconds Crus". Antichissima proprietà del marchese Pierre-Jean Las Cases, fu sequestrato durante la Rivoluzione Francese, poi diviso in tre tenute Léoville tra il 1826 e il 1840: Barton, Poyferré e Las Cases.
Durante la classificazione del 1855 per l'Esposizione Universale di Parigi, Château Léoville Las Cases fu incoronato Deuxième Grand Cru Classé e divenne proprietà della famiglia Delon alla fine del secolo. Oggi la gestione è affidata a Jean-Hubert Delon.
Il vigneto del Domaine si estende per circa 60 ettari, su terreni affacciati sull'estuario della Gironda. I suoli sono composti da ghiaia e sabbia, con una percentuale di argilla. I vigneti sono impiantati per il 61% con Cabernet Sauvignon, 21% Merlot e 16% Cabernet Franc, con un'età media di 30 anni. I vini vengono affinati per 18 mesi in botti, di cui il 50% nuove.
I vini di Léoville Las Cases sono noti per il loro equilibrio e la grande eleganza.
Château Margaux
La storia di Château Margaux ha origine nel XII secolo, epoca in cui si chiamava Mothe de Margaux, dal termine motte che indica la collinetta sulla quale si trova.
Fondamentale fu il ruolo della famiglia Lestonnac, che investì in terreni già a partire dal XVI secolo, dando vita all’azienda come la conosciamo oggi. Attualmente gli ettari di proprietà sono circa 260, 90 dei quali vitati. Nel corso delle generazioni, una serie di innovazioni ha caratterizzato la produzione di Château Margaux.
Nel 1950 Fernand Ginestet e suo figlio Pierre entrarono in scena. Fernand ha costruito la sua fortuna nel commercio del vino. Fu uno dei suoi amici, sindaco di Saigon e importatore di vino, a inviargli i fondi necessari per acquistare la tenuta, che la famiglia Ginestet acquisì integralmente solo intorno al 1950.
Nel 1977 lo Château viene acquistato da André Mentzelopoulos, imprenditore greco che dà un nuovo slancio al lavoro in cantina e in vigna, con la preziosa collaborazione dell’enologo Émile Peynaud.
In seguito alla scomparsa del nuovo proprietario, nel 1980 la moglie e la figlia Corinne prendono in mano le redini, seguendo le sue orme nel far fronte alla grande domanda dei Grand Vins di Bordeaux, esplosa a partire dal 1982.
Negli anni ’90 le imprenditrici vengono anche supportate dalla compartecipazione, fino al 2003, di Gianni Agnelli.
Il successo di Château Margaux è in gran parte merito del terroir e della sua approfondita conoscenza tramandata dai proprietari ad ogni generazione.
L’azienda si trova sulla Riva Sinistra del Médoc, nei pressi dell’estuario della Gironda. Lo strato superiore del terreno è composto da ghiaia, è particolarmente spesso e si posa su uno strato inferiore con presenza di argilla.
I vigneti sono impiantati con il 75% di Cabernet Sauvignon, 20% di Merlot, 3% Petit di Verdot e 2% di Cabernet Franc. La produzione conta ogni anno circa 150.000 bottiglie.
L’annata 1990 ha ottenuto un punteggio di 100/100 da Wine Advocate di Robert Parker. Anche l’annata 2018 ha ottenuto il rating massimo dal critico americano.
Château Palmer
Lo Château iniziò a farsi conoscere nel 1814, quando il colonnello Charles Palmer lo acquistò da Marie de Gascq.
Château Palmer ottenne il titolo di Troisième Grand Cru Classé nella classificazione del 1855 per l'Esposizione Universale di Parigi. Solo l'anno successivo, sotto la guida dei fratelli Péreire, fu costruito lo Château neorinascimentale che conosciamo oggi. Il Domaine è ora di proprietà in parti uguali delle famiglie Sichel e Mähler-Besse.
Il vigneto si estende su 55 ettari, piantati con il 47% di Cabernet Sauvignon, il 47% di Merlot e il 6% di Petit Verdot. Dal 2014 le vigne sono interamente gestite secondo i principi della biodinamica. I vini vengono affinati per 20-22 mesi in botti di rovere, di cui il 50% nuove.
Assieme a nomi come Las Cases e Ducru-Beaucaillou è ritenuto uno dei Super Seconds e nelle migliori annate i suoi vini primeggiano con i Premier Grands Crus Classés, in termini di rating dei critici e qualità.
Château Haut-Brion
Le prime tracce del Domaine risalgono al 1525. Jean de Pontac, un importante membro del parlamento di Bordeaux, iniziò a costruire lo Château nel 1549, aumentando al contempo le dimensioni del vigneto.
Nella famosa classificazione del 1855, Château Haut-Brion fu l'unico Domaine della regione delle Graves a comparire come Premiere Grand Cru Classé, condividendo questa distinzione con quattro Domaines: Château Lafite Rothschild, Château Margaux, Château Latour e Château Mouton Rothschild dal 1973.
Acquistato nel 1935 dal banchiere americano Clarence Dillon e gestito oggi dal suo discendente, il Principe Robert du Luxembourg, Château Haut-Brion si estende su un vigneto di ghiaia di circa 51 ettari: 48ha in rosso dedicati alla produzione del Grand Vin Haut-Brion, composto per il 44% da Cabernet Sauvignon, 42% Merlot, 12% Cabernet Franc e 2% Petit Verdot.
Il Grand Vin Rouge di Château Haut-Brion è un vino di straordinaria intensità, complessità e potenza vellutata.
Château Ducru-Beaucaillou
Icona della Rive Gauche, Château Ducru-Beaucaillou è senza dubbio uno dei più grandi nomi nella regione di Bordeaux.
La proprietà esiste fin dal XIII secolo, ma le tracce più consistenti della sua storia iniziano nel 1720, quando Château Beaucaillou viene acquistato dalla famiglia Bergeron. Dopo la Rivoluzione Francese, nel 1795 è Bertrand Ducru il nuovo proprietario, il quale decide di aggiungere il nome della sua famiglia a quello della proprietà. A lui si devono gli importanti miglioramenti nella vigna e nella cantina che hanno dato nuovo slancio all’attività commerciale. È sempre lui, inoltre, ad assumere l’architetto Paul Abadie, che ristrutturerà e riprogetterà lo Château preesistente. Deuxième Cru Classé nella classificazione ufficiale del 1855, incarna il modello perfetto di un grande Saint-Julien.
Dal 1941 di proprietà della famiglia Borie, Ducru-Beaucaillou è oggi tra le aziende migliori del comprensorio del Médoc.
Un viaggio da ricordare
Il nostro viaggio attraverso i grandi vini di Bordeaux è giunto al termine.
In questo percorso abbiamo riscoperto insieme le caratteristiche e le unicità di Chateaux dalla storia secolare che hanno dato vita a bottiglie ancora oggi capaci di dominare il mercato.
Cosa rende quindi la regione di Bordeaux un punto di riferimento nella produzione vitivinicola di pregio a livello mondiale? Innanzitutto una grande capacità imprenditoriale e una lungimirante attenzione alla valorizzazione e comunicazione dei vini.
A questo, si aggiunge la creazione di mercati e sistemi di commercializzazione, En primeur e La Place de Bordeaux, in grado di ottimizzare tutti i processi della filiera e di mettere in risalto tutto ciò che territorio e vigneti hanno da offrire, anche grazie a denominazioni ben distinte tra Rive Droite (Riva Destra) e Rive Gauche (Riva Sinistra) dell’estuario del fiume della Gironda.
In realtà, si tratta di un viaggio che su eWibe non finisce, grazie a una selezione di vini di Bordeaux in continuo divenire, che si amplia con nuove uscite già premiate con punteggi molto alti dai critici.
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