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Quali sono i formati delle bottiglie di vino?

Scritto da Alessandro Balia | Oct 16, 2024 11:15:13 AM

 

La distinzione tra i diversi formati delle bottiglie di vino, oltre che su questioni pratiche, si basa anche su strategie politiche e richiami concettuali che nei secoli passati alimentavano le prime forme di marketing.

In questo articolo faremo chiarezza sulle diverse tipologie, sulla nascita, sulle loro funzioni specifiche e sul legame con grandi re e personaggi biblici.

Come nasce la bottiglia del vino?

Per secoli il vino è stato conservato in diversi recipienti: anfore di terracotta, vasi di ceramica, otri di cuoio. La bottiglia più simile a quella che conosciamo oggi nasce nel Cinquecento, alla corte francese di Caterina de’ Medici: il vino inizia allora a essere conservato in bottiglie di vetro ricoperte di vimini. La produzione più su larga scala delle bottiglie di vetro soffiato prende piede, ancora in Francia, dal Settecento.

È proprio in questo momento che nasce il formato standard. All’epoca erano gli inglesi ad avere un ruolo chiave nel mercato. In tale contesto, nacque anche l’esigenza di convertire le unità di misura dal sistema imperiale anglosassone, il gallone imperiale, in quello decimale, utilizzato in Francia e Italia.

IRegno Unito cominciò a importare massicciamente il vino dalla Francia. Tradizionalmente, le casse anglosassoni per il trasporto di alcolici misuravano 2 galloni, vale a dire 9 litri circa. Per motivi di praticità, si scelse di riempire questo spazio con un numero di bottiglie che fosse anche vantaggioso per il commercio. Per ogni cassa risultarono così 12 bottiglie da 750 ml

Una curiosità: a supporto dell’esigenza di consacrare il formato standard da 750 ml c’era anche la capacità polmonare di soffiatura degli artigiani vetrai, che corrispondeva proprio a questa unità di misura.

Formati e capacità

I formati più conosciuti per quanto riguarda le bottiglie di vino sono lo Standard da 750 ml, e il Magnum, equivalente al doppio, 1500 ml. 

In realtà, la suddivisione è molto più ampia, e dipende anche dalla tipologia di vino a cui i formati sono dedicati e alle tradizioni regionali. Le bottiglie inferiori a 375 ml sono formati oggi in disuso, mentre quelli più canonici sono:

 


  • Quarter: contiene 187,5 ml di vino, corrispondente a circa un quarto di bottiglia standard. È spesso utilizzato per singole porzioni di spumante.

  • Piccolo (o Benjamin): contiene 200 ml di vino.

  • Chopine: 250 ml, un quarto di litro di vino.

  • Demie, (Tre ottavi o Mezzina): contiene 375 ml di vino, ovvero metà di una bottiglia standard.

  • Jennie: da 500 ml, anche se non è molto comune. Prevalentemente utilizzata per vini dolci o passiti.

  • Standard: la più comune, con una capacità di 750 ml.

  • Litro: non ha un nome tradizionale. Viene utilizzato soprattutto per vini da tavola in Italia.

  • Magnum: contiene 1,5 litri di vino, ovvero il doppio di una bottiglia standard.

  • Jéroboam o Doppio Magnum: da 3 litri. Il nome Jeroboam viene utilizzato per i vini spumanti, mentre quello di Doppio Magnum per i vini rossi o vini bianchi

  • Rehoboam: bottiglia che contiene 4,5 litri.

  • Mathusalem o Imperiale: contiene 6 litri di vino, equivalente a 8 bottiglie standard.

  • Salmanazar: contiene 9 litri di vino, ovvero 12 bottiglie standard.

  • Balthazar: capacità di 12 litri, corrispondenti a 16 bottiglie standard.

  • Nabuchodonosor: contiene 15 litri di vino, pari a 20 bottiglie standard.

  • Melchior: ha una capacità di 18 litri.

  • Solomon: contiene 20 litri, equivalenti a 24 bottiglie standard.

  • Sovrana: contiene 25 litri di vino.

  • Primat o Goliath: contiene 27 litri di vino, ovvero 36 bottiglie standard.

  • Melchizedek o Midas: la più grande tra le bottiglie commercialmente disponibili, contiene 30 litri di vino, equivalenti a 40 bottiglie standard.

Vantaggi dei diversi formati

Ogni formato ha specifici vantaggi e caratteristiche. In particolare, tra le bottiglie che vengono maggiormente utilizzate, troviamo i seguenti:

Bottiglie Standard (750 ml): più pratiche per il consumo quotidiano e richiedono meno tempo per raggiungere la maturità ottimale. Sono anche più facili da gestire, conservare e vendere.

Magnum: è spesso considerato il formato ideale per l’invecchiamento del vino. Le ragioni sono molteplici:

  • Rapporto Ossigeno-Volume: il Magnum ha un rapporto contenuto-contenitore più favorevole al vino rispetto alle bottiglie standard. Questo significa che la micro-ossigenazione avviene più lentamente, permettendo un invecchiamento più graduale, più lungo e potenzialmente più complesso.
  • Stabilità Termica: le bottiglie più grandi hanno una maggiore massa, il che le rende meno sensibili alle fluttuazioni di temperatura. Questo è vantaggioso per il mantenimento di condizioni stabili durante l’invecchiamento, essenziale per l’evoluzione ottimale del vino.
  • Prestigio e Presentazione: il formato Magnum appartiene a un immaginario condiviso che richiama occasioni speciali e particolarmente patinate. E’ quindi capace di aggiungere un tocco glam ad ogni evento.
  • Rarità: un formato prodotto in minore quantità. Data la dimensione, le bottiglie sono molto più pesanti e meno maneggevoli di quelle standard, questo ne ha limitato la diffusione ed oggi sono quindi considerate un formato speciale, rivolte a collezionisti ed investitori in vino.
  • Formati Più Grandi (Doppio Magnum, Jeroboam, ecc.): più difficili da conservare correttamente a causa delle loro dimensioni e del peso, sono ideali per grandi celebrazioni o come pezzi da collezione.

 

Diversi formati, diverse forme

La distinzione tra formati non è l’unico parametro di riferimento nella scelta e nell’utilizzo di specifiche tipologie di bottiglie per determinati vini. La forma è un altro elemento fondamentale. Tra le molteplici che si sono succedute nel corso dei secoli, quelle più comuni al giorno d'oggi sono le seguenti: 

 

 

  • Bordolese: la bottiglia più iconica, dal corpo dritto, le spalle alte e il collo stretto. È tradizionalmente usata per vini rossi, come i tradizionali bordolesi.
  • Borgognotta: caratterizzata da spalle curve e un corpo leggermente più largo rispetto alla Bordeaux, questa forma, pensata per accogliere i sedimenti del vino, è tipicamente impiegata per i vini di Borgogna, sia bianchi che rossi.
  • Renana e Alsaziana: bottiglie alte, strette e cilindriche. Sono comunemente usate per vini bianchi aromatici, come Riesling o Gewürztraminer.
  • Champagnotta: caratterizzata da pareti spesse con collo lungo, e un fondo concavo, questa forma è pensata per resistere alla pressione del vino spumante che è destinata ad ospitare.
  • Porto: bottiglia con spalle basse e un corpo che si espande verso il fondo, progettata per ospitare vini fortificati come Porto, Sherry e Madeira. La forma aiuta a catturare i sedimenti durante il servizio.

Da dove derivano i nomi dei grandi formati?

Sostanzialmente da strategie di marketing. I grandi formati nascono per contenere champagne ed erano destinati ad una clientela abbiente e nobile. Dando loro nomi altisonanti come Jéroboam (il primo re del regno del nord di Israele), Mathusalem (nonno di Noè noto per la sua longevità), Balthazar o Salmanazar (antichi re). E ancora, Nabuchodonosor (il re che condusse Babilonia al massimo splendore), Melchior e Salomon (rispettivamente: uno dei tre re magi e il re sapiente che unificò lo stato di Israele).

I commercianti dell’epoca volevano rendere ancora più percepibile l’altissima qualità del vino. Possedere queste bottiglie era inoltre un vero status, simbolo del proprio rango e prestigio.

Quando la forma esalta la sostanza

In questo articolo abbiamo fatto un po’ di chiarezza sui diversi formati delle bottiglie di vino. Una distinzione che, oltre a questioni pratiche, si basa anche su strategie politiche e richiami concettuali che nei secoli passati alimentavano le prime forme di marketing.

Ne abbiamo ripercorso la nascita, le loro funzioni specifiche e il legame con grandi re e personaggi biblici.

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