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Angelo Gaja: il Re del Barbaresco

Scritto da Leonardo Bernasconi | Jun 27, 2023 8:40:45 AM

Il mondo dell'enologia deve molto ad Angelo Gaja. E' stato il produttore che ha trasformato la produzione di vino di Langa, elevandolo a bene da collezione riconosciuto e apprezzato da appassionati e collezionisti di tutto il mondo.

 

Il vino, un percorso di famiglia

Il percorso di Angelo Gaja è frutto di una lungimiranza che lo ha da sempre accomunato a suo padre, ricordato ad Alba come “colui che vendeva il Barbaresco con il suo nome”. Ed è proprio nel riconoscere il valore del nome di famiglia come brand, ed elemento di pregio distintivo del prodotto, che avviene la vera rivoluzione.

 

Innovazione e tradizione

Come già in uso in Borgogna, Angelo Gaja mette in evidenza anche il nome del Cru, in Langa noto come Sorì. Nascono così vini come Sorì Tildin, Sorì San Lorenzo e Costa Russi, nomi che tutt’oggi sono sinonimo di Barbaresco da vigna singola.

In cantina ci si ispira alla tradizione vinicola francese, introducendo tre sostanziali novità: tempi di macerazione più brevi, conversione malolattica e scelta della barrique per gli affinamenti.

Queste soluzioni portano a vini concentrati dal colore intenso e dotati di grande struttura.

 

Un viaggio che continua

 

L’anima innovatrice di Angelo Gaja lo porta inoltre a scegliere di impiantare varietà internazionali, quali Cabernet Sauvignon e Merlot per i rossi e Chardonnay e Sauvignon per i bianchi. Dimostra così la vocazione del territorio alla produzione di vini di pari qualità rispetto a quelli di altre aziende vitivinicole estere. Ne sono prova, tra gli altri, Gaia & Rey e Darmagi.

Raggiunta un’importante notorietà, Angelo Gaja rinuncia a etichettare come Barolo e Barbaresco alcuni dei suoi migliori vini, scegliendo di aggiungere al Nebbiolo vitigni come Barbera, Dolcetto e Cabernet.

Nel 1994 il produttore della storica azienda di Barbaresco decide di investire in terra toscana acquistando la tenuta Pieve di Santa Restituta a Montalcino e in seguito, nel 1996, fondando Ca’ Marcanda a Bolgheri.

Il desiderio di mettersi continuamente in gioco con nuovi territori e vitigni ha portato Gaja ai piedi dell’Etna per una nuova sfida dal nome “IDDA”, iniziando a produrre un bianco da Carricante e un rosso da Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio.

Tra i molti riconoscimenti che hanno incorniciato il percorso di Angelo Gaja, il Winemakers' Winemaker Award, assegnatogli dall'associazione dei Masters of Wines nel 2019, oltre alla consacrazione a più grande vignaiolo italiano da Wine Spectator.