Collezionare vini di pregio è un connubio di passione e strategia. Oltre alla conoscenza delle bottiglie e della loro provenienza, è fondamentale uno spiccato intuito per accaparrarsi gli esemplari più pregiati.
In questo articolo conosceremo 10 tra i più grandi collezionisti di fine wines di tutti i tempi, che si sono distinti non solo per l’importanza delle loro selezioni, che sono state spesso protagoniste di rivalutazioni vertiginose, ma anche per il contributo che hanno saputo dare al mercato.
Inizia il nostro viaggio, tra nomi celebri e qualche sorpresa.
Hardy Rodenstock
L'editore musicale tedesco, agente artistico, conoscitore di vini, commerciante e collezionista di bottiglie antiche rare, deceduto nel 2018, divenne famoso per due motivi: la sua abilità nel trovare vini rari e l'organizzazione di degustazioni straordinarie negli anni '80. Nel 1985 scoprì oltre una dozzina di bottiglie di vino del XVIII secolo in una cantina murata di Parigi (le cosiddette bottiglie di Jefferson).
Una di queste era uno Chateau Lafite Rothschild del 1787 con l'incisione "Th:J", presumibilmente appartenuta a Thomas Jefferson. La vendette in seguito all’asta al collezionista William Koch per 156.000 dollari.
Proprio la presenza delle iniziali, secondo Rodenstock, dimostrava che i vini in questione erano stati acquistati e posseduti da Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti, quando era ambasciatore nella Ville Lumiére.
Tre delle bottiglie (Lafite del 1787, Château d'Yquem del 1784 e mezza bottiglia di Château Margaux del 1784) furono messe all'asta da Christie's a metà degli anni '80.
Ma la Thomas Jefferson Foundation negli Stati Uniti sollevò dubbi sulla provenienza delle bottiglie, sfociati in una serie di cause legali da parte di Koch. Rodenstock sostenne che le bottiglie erano autentiche, ma si rifiutò di partecipare al processo o di dire chi gliele aveva vendute, quante fossero o dove esattamente furono trovate.
L'episodio diede origine a un libro, The Billionaire's Vinegar, scritto da Benjamin Wallace, che racconta la storia della controversia, compresi i risultati dei test scientifici che hanno datato il vino come prodotto nei primi anni '60.
Una curiosità: il nome Rodenstock era fittizio, poiché il collezionista di vini era nato come Meinhard Görke e successivamente adottò un nome d'arte.
William “Bill” Koch
Appassionato collezionista, possiede circa 40.000 vini, alcuni dei quali molto antichi e costosi. La nota casa d'aste inglese Sotheby's ha già messo all'asta diverse bottiglie provenienti dalla sua cantina. Nel 2016 fu la volta di 20.000 unità estremamente rare provenienti da famose cantine come Château Latour, Château Lafite-Rothschild, Château Mouton-Rothschild e Domaine de la Romanée-Conti.
Ma Koch ha anche altre passioni: è un velista e vincitore dell'America's Cup del 1992, oltre a un importante collezionista d'arte che possiede opere di Cézanne, Dalí, Monet, Picasso, Renoir e Rodin, insieme a preziosi oggetti d'antiquariato del valore di centinaia di milioni di dollari.
L'imprenditore statunitense e miliardario è stato presumibilmente vittima di vini contraffatti già tre volte. Nel 1985, quando una bottiglia con la scritta "Th. J". apparve a un'asta, messa in vendita appunto da Hardy Rodenstock, i collezionisti si avventarono, ma Koch vinse. Ma nel 2005, quando decise di esporre la sua collezione di vini al Boston Museum of Fine Arts, ci fu la necessità di autenticare le bottiglie. Il problema era che non c'erano prove che Jefferson avesse posseduto quella in questione.
Dopo un'analisi forense, i ricercatori hanno scoperto che la bottiglia era stata realizzata nel 1962, non nel 1787. (Jefferson morì nel 1826). Inoltre, le incisioni erano state realizzate con un elettroutensile, qualcosa di tecnologicamente molto più avanzato rispetto all'epoca di Jefferson. Come ciliegina sulla torta, Koch ha scoperto che l’ex Presidente americano spesso firmava le sue iniziali come "Th: J", e non "Th. J."
Thomas Jefferson
Ed eccoci al terzo presidente degli Stati Uniti, appassionato bevitore di vino, considerato uno dei primi collezionisti americani. La sua passione e la sua formazione in materia probabilmente nacquero mentre studiava legge e viveva con lo statista e avvocato George Wythe, grande estimatore dei migliori vini europei.
Nel 1785, Jefferson si trasferì a Parigi e viaggiò in Borgogna, Bordeaux, Champagne e Provenza. Trascorse anche del tempo in Piemonte, dove scoprì la magia dei Barolo e Barbaresco. Prima di diventare presidente, Jefferson fu consulente e fornitore di vini per George Washington, rifornendo la cantina di quest'ultimo con bottiglie di Champagne e vini Bordeaux.
Durante i suoi due mandati come presidente, Jefferson pare aver speso oltre 16.000 dollari in vino, all’epoca una cifra astronomica.
Uomo del suo tempo, come dimostravano il suo carattere cosmopolita, la sua cultura umanista e le posizioni filosofiche, distinse il vino dagli alcolici. Arrivò anche a considerarlo un rimedio all’alcolismo.
Gene Mulvihill
Proprietario del ristorante Latour nel New Jersey, premiato con il Wine Spectator Grand Award (clicca qui per leggere l’approfondimento), Mulvihill era il proprietario del ristorante Latour nel New Jersey e possedeva una delle più grandi collezioni di vini al mondo, con circa 135.000 bottiglie.
Tra i vini scelti personalmente da Mulvihill si trovano 100 annate (1863-2009) di Château Latour, oltre a selezioni verticali degli Châteaux Lafite Rothschild, Ausone, Haut-Brion, Cheval Blanc, Margaux e Pétrus.
Curiosità: Mulvihill garantiva che nessuno dei suoi vini avesse sapore di tappo o fosse ossidato. Questo grazie a un laboratorio di risonanza magnetica nucleare in cui venivano analizzate la composizione chimica e il contenuto di acido acetico con vari strumenti, senza compromettere i vini.
Andrew Lloyd Webber
Molti conoscono Andrew Lloyd Webber solo come famoso compositore e produttore inglese di musical come Il fantasma dell'opera, Cats ed Evita. Tuttavia, Webber è anche un grande e molto abile collezionista di vini.
Grazie a suoi zii, amanti dei vini italiani, entrò in contatto con la cultura enologica in giovane età. Intorno ai dieci anni provò un Barolo, e da adolescente si considerava già un collezionista — e i fatti gli hanno dato ragione -. Decine di anni dopo, nel 2011, Webber vendette 8.837 bottiglie di vino francese in un’asta in Cina, ricavando circa 5.600.000 di dollari.
Conserva la sua collezione di vini rari e pregiati in cantine ultra-moderne nella sua casa nell’ Hampshire.
Sir Alex Ferguson
L'ex allenatore del Manchester United, Sir Alex Ferguson, è anche un famoso collezionista di vini.
È noto per aver invitato i manager avversari nel suo ufficio per un bicchiere dopo la partita durante il suo periodo alla guida del Manchester United. Ma ora Sir Alex Ferguson sta vendendo parte della sua vasta collezione di vini perché essendo in pensione ha più tempo per viaggiare alla ricerca di nuove bottiglie.
Tra i vini pregiati e rari in vendita ci sono sei bottiglie di Romanée-Conti Grand Cru dell'annata 1999, l'anno in cui Sir Alex vinse per la prima volta la Champions League con il Manchester United. Questo lotto sarà poi venduto con una maglia della squadra firmata dall'ex allenatore.
Ha affermato: "Il mio interesse per il vino è iniziato durante un viaggio esplorativo in Francia e, con il tempo, il mio piacere per la scoperta e il collezionismo è cresciuto”.
Nel 2014, ha venduto circa 5.000 bottiglie di vino pregiato dalla sua vasta collezione in tre aste di beneficenza organizzate da Christie’s.
Tra queste, una grande quantità di Domaine de la Romanée-Conti, un Pétrus 2000, un imperiale di Sassicaia 2005 e uno di Ornellaia 2006. Due di queste aste, una a Hong Kong e l'altra a Londra, hanno raccolto rispettivamente 3.799.365 dollari e 1.496.200 dollari.
Michel Jack Chasseuil
Il francese Michel Jack Chasseuil è uno dei più importanti collezionisti di vino al mondo, con circa 50.000 bottiglie di vintage francesi, tra cui spiccano 120 esemplari di Château d’Yquèm e 80 di Château Pétrus (ma non mancano vini italiani, spagnoli, cileni, e distillati rari).
Ha dedicato oltre 50 anni alla costruzione di questa straordinaria collezione, che lui definisce il "Louvre del vino". Le sue avventure nel mondo enologico sono raccontate nel suo libro 100 Vintage Treasures: From The World’s Finest Wine Cellar.
La sua selezione è così ambita che, nel 2014, alcuni ladri entrarono in casa, lo minacciarono con armi da fuoco e cercarono di accedere alla sua cantina. Essendo questa protetta da porte blindate, il furto non riuscì. Tuttavia, riuscirono a rubare 15 casse di vini di pregio minore.
Oggi il suo “Louvre del vino” è anche un museo, situato a Chapelle Baton, un minuscolo comune francese in Nuova Aquitania.
Negli ultimi cinquant’anni, Chasseuil ha girato in lungo e in largo per reperire le rarità che ora compongono la sua collezione, valutata 60 milioni di dollari. Il progetto ha una genesi travagliata: dapprima, Chasseuil ha cercato di portare a Parigi la sua idea, senza trovare consensi. Ha così deciso di riportare l’iniziativa tra le mura di casa, non senza un investimento importante per allestire uno spazio adeguato all’esposizione (costato, sembra, oltre mezzo milione di dollari).
Il costo del biglietto? Circa 500 euro. L’esborso garantisce ai visitatori di scoprire le bottiglie della collezione e ripercorrerne la storia, senza però aver diritto a una degustazione, perché, come spiega il collezionista francese, “Un patrimonio del genere dev’essere preservato, e i vini trattati come opere d’arte”, dunque destinati a non essere più bevuti da nessuno”.
Leslie Rudd
Leslie Rudd (1941-2018) è stato un imprenditore, filantropo e produttore vinicolo statunitense. Ha fondato il Rudd Group, un portafoglio di attività di lusso nel settore alimentare e vinicolo, tra cui il PRESS Restaurant nella Napa Valley.
Lì ha esposto oltre 10.000 vini rari e antichi provenienti esclusivamente dalle cantine della Napa Valley. Il luogo è considerato la sede della più grande collezione di vini della Napa al mondo.
Yul Brynner
Yul Brynner (1920-1985) era un celebre cantante, attore e regista di origini russe, francesi, svizzere e americane. Era anche un appassionato collezionista di vini.
Gestiva meticolosamente la sua collezione presso la sua tenuta francese, Le Manoir de Cricqueboeuf in Normandia. Molte delle sue bottiglie pregiate risalivano agli anni dal 1959 al 1979.
Curiosità: Brynner amava gustare un bicchiere dei suoi vini pregiati dopo ogni spettacolo teatrale. Faceva decantare il vino durante il secondo atto, così era pronto da bere al calare del sipario.
Doris Duke
Unica donna presente nella nostra lista, Doris Duke è stata un'ereditiera miliardaria del tabacco, collezionista d'arte, orticoltrice, filantropa e collezionista di vini.
Possedeva due cantine: una nella sua casa alle Hawaii, destinata a intrattenimenti, mentre l'ex cella frigorifera della Duke Farms a Somerville, nel New Jersey, veniva mantenuta a bassa temperatura per conservare i vini più pregiati. Si trattava di bottiglie come Romanée-Conti 1934, Château La Mission Haut-Brion 1929 e Château d'Yquem 1929, insieme a rarità come Les Gaudichots 1929 del Domaine de la Romanée-Conti e Chambertin 1934 di Armand Rousseau.
Tuttavia, fu una riserva di Dom Pérignon 1921 a suscitare in lei particolare entusiasmo. Nel 1935, a Moët & Chandon era stato chiesto di fornire una selezione speciale per celebrare il centenario del suo importatore britannico, Simon Bros. and Co. La Maison di Épernay inviò 300 bottiglie appositamente commissionate, con un vetro a fondo spesso, prodotte dall'annata 1926 e destinate alla distribuzione tra i 150 migliori clienti dell'importatore.
Quando la notizia di questa cuvée di lusso raggiunse l'America post-proibizionista, 100 casse, questa volta ottenute dall'annata 1921, più pregiata e matura, furono spedite a New York. Non potendo utilizzare la stessa etichetta dell'anno precedente, la Maison decise di dare a questa cuvée del 1936 il nome di Dom Pérignon, in onore del padre fondatore dello Champagne.
Duke riuscì ad assicurarsi una delle maggiori porzioni di questa spedizione destinata agli Stati Uniti, entrando così in possesso di una quantità considerevole del primo Dom Pérignon d'annata mai distribuito. La vendita della sua collezione nel 2004, organizzata da Christie's a New York, fruttò la straordinaria cifra di 3.755.711 dollari.
Una storia a cui brindare
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